Immagine: Il Presidente Nazionale CRI con Rigoberta Menchu dall'archvio fotografico del sito www.massimobarra.it
Livello di vaccinazione dei bambini in eta' scolare molto basso, brutte condizioni di vita, "In Uganda ho visto situazioni migliori". Cosi' Massimo Barra, presidente della Croce Rossa italiana riassume all'Agi lo stato del censimento degli abitanti dei campi nomadi di Roma. Sopite le polemiche delle scorse settimane il lavoro prosegue e si concludera' come previsto alla meta' di ottobre: "Ce la faremo", dice Barra. Per ora i volontari si stanno occupando degli insediamenti irregolari e di tutte quelle persone invisibili che spesso vivono in condizioni di degrado inimmaginabili: "Recentemente sono andato a visitare un gruppo di donne sieropositive che vivono alla periferia di Kampala, le ho trovate in una condizione migliore", spiega Barra. L'identificazione va avanti secondo la procedura stabilita. Ai nomadi viene chiesto di compilare con l'aiuto dei volontari una semplice scheda: nome, cognome, eta', sesso, nazionalita', vaccinazioni effettuate. A tutti viene consegnato un tesserino che da' diritto a prestazioni sanitarie gratis nei due ambulatori della CRI di Roma. Gli uomini e le donne della Croce rossa sono accolti con simpatia, i rom si fidano di loro. "Il 'modello Roma', sta funzionando - spiega ancora Barra - e presto potrebbe essere preso in 'prestito' anche in altri paesi europei, come la Francia".
Livello di vaccinazione dei bambini in eta' scolare molto basso, brutte condizioni di vita, "In Uganda ho visto situazioni migliori". Cosi' Massimo Barra, presidente della Croce Rossa italiana riassume all'Agi lo stato del censimento degli abitanti dei campi nomadi di Roma. Sopite le polemiche delle scorse settimane il lavoro prosegue e si concludera' come previsto alla meta' di ottobre: "Ce la faremo", dice Barra. Per ora i volontari si stanno occupando degli insediamenti irregolari e di tutte quelle persone invisibili che spesso vivono in condizioni di degrado inimmaginabili: "Recentemente sono andato a visitare un gruppo di donne sieropositive che vivono alla periferia di Kampala, le ho trovate in una condizione migliore", spiega Barra. L'identificazione va avanti secondo la procedura stabilita. Ai nomadi viene chiesto di compilare con l'aiuto dei volontari una semplice scheda: nome, cognome, eta', sesso, nazionalita', vaccinazioni effettuate. A tutti viene consegnato un tesserino che da' diritto a prestazioni sanitarie gratis nei due ambulatori della CRI di Roma. Gli uomini e le donne della Croce rossa sono accolti con simpatia, i rom si fidano di loro. "Il 'modello Roma', sta funzionando - spiega ancora Barra - e presto potrebbe essere preso in 'prestito' anche in altri paesi europei, come la Francia".
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